serata “la montagna di Mezzo”

IMG_0720 (1)Suggerimenti ed esempi per “vivere” appieno la montagna. Argomenti che hanno incuriosito ed emozionato le centinaia di persone accorse sabato alla serata intitolata “La montagna di mezzo, idee ed esperienze” proposta dal Centro Studi Montagna Sospirolese con la Pro loco, che ha registrato un tutto esaurito da record nella sala del Centro civico, con alcuni spettatori costretti a rimanere fuori dall’ingresso. Il motivo? La presenza di due validi oratori, come Teddy Soppelsa, che ha condotto la prima parte della serata proponendo un excursus generale e approfondito sul rapporto uomo-montagna di oggi e di ieri, e Paolo Paganin, che ha giocato in casa presentando alcune sue recenti esperienze di escursionista. Ricca di spunti l’introduzione di Soppelsa, che ha descritto differenze e similitudini tra il vivere in alta quota di un tempo, quando la montagna rappresentava il luogo di lavoro e di vita per l’uomo, e l’attuale modo di rapportarsi a essa, cioè il vivere un’esperienza da escursionista o camminatore. Il relatore ha ricordato le corrette modalità di approccio alla montagna e l’importanza di comprenderla e rispettarla, oltre a proporre alcune esperienze di escursionismo in Piemonte e Alto Adige, potenzialmente ripetibili sulle vette bellunesi. Paganin ha poi svelato alcune sue escursioni lungo il sottogruppo del Pizzocco, con alcuni amici, ricordando di essi diverse qualità in modo divertente e insieme delicato; commovente la descrizione dell’incontro con l’alpinista Riccardo scomparso nella Val del Burt. Sono state mostrate foto dettagliate di diversi percorsi (da Val Falcina a Forcella Intrigos verso Pian di Cimia e altri); ha incuriosito la presenza in sala di un simpatico “ometto”,  cioè un cumulo di sassi, importante per gli escursionisti quale indicazione lungo i tragitti. Applausi dal vicepresidente regionale del Cai Enzo Galeone, mentre il presidente del Csms Stefano Sanniti sottolinea: “Tra i molti suggerimenti della serata, mi preme sottolineare l’invito al rispetto del patrimonio di sentieri lasciati dai nostri avi, che oggi siamo chiamati a mantenere, e ricordare il profondo concetto che rovinare la bellezza dell’ambiente genera infelicità”.

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